Con il lockdown e l’avvento dello smartworking si è reso necessario scegliere il miglior monitor da lavoro.
Il Covid ha conferito un nuovo volto all’universo del lavoro fatto di regole e processi stantii oramai da anni. Ebbene sì, in un certo senso la pandemia ha innovato il mondo delle aziende rimaneggiando gli ambienti di lavoro e fungendo da spinta propulsiva nei confronti dello smart working. A tal proposito, si è reso necessario ragionare sulla scelta del miglior monitor da lavoro, poiché la propria stanza tra le mura domestiche ha assunto sempre di più i contorni di un ufficio.
Per una buona resa lavorativa, dunque, è necessaria una tecnologia adeguata. Anche a casa è importante usare una sedia ergonomica, un piano di lavoro alla giusta altezza e l’illuminazione corretta. Oltre all’uso di un laptop è consigliabile usare un monitor esterno di dimensioni più ampie per non sforzare la vista.
Miglior monitor da lavoro: come sceglierlo
I notebook devono essere piccoli, leggeri e poco ingombranti. La larghezza dello schermo influisce sulle dimensioni e sul peso dell’intero pc. Molti dei portatili hanno uno schermo che va dai 12 ai 15 pollici. La maggior parte delle attività aziendali, però, richiede un’alta definizione e una perfetta leggibilità dei dettagli. In particolar modo chi lavora tutto il giorno con più finestre aperte necessita di un campo visivo maggiore. Per tale ragione, sarebbe opportuno aggiungere un monitor esterno al laptop che permetterebbe una maggiore efficienza e quindi di risparmiare tempo. E ne guadagnerebbe anche la vista, giacché testi ed elementi grafici sarebbero più grandi e chiari.
Per consentire un funzionamento ottimale del computer, il notebook deve essere dotato di un’uscita segnale adatta per la risoluzione e per il tipo di segnale desiderato. I precedenti collegamenti analogici (VGA/DSub) non permettono la trasmissione ottimale di segnali Full-HD senza generare interferenze. Per risoluzioni superiori a Full-HD consigliamo questi collegamenti: HDMI, DisplayPort, Mini DisplayPort o USB-C. I monitor più moderni hanno 3 tipi di connessione: DisplayPort, HDMI e USB-C e spesso dispongono anche del connettore DVI.
I monitor si diversificano in base anche al tipo di retroilluminazione e della tecnologia di pannello. Per l’uso quotidiano suggeriamo la tecnologia IPS poiché offre una qualità visiva superiore. Questo pannello garantisce un ottimo risultato cromatico e un ampio angolo di visualizzazione. Tradotto vuol dire che in posizione angolata di visione, il contrasto e la riproduzione dei colori rimane ottimale. Un’altra caratteristica cui stare attenti è lo spazio cromatico utilizzato. Un monitor con una buona copertura dello spazio colore Srgb basta per le applicazioni d’ufficio. Serve un gamut più ampio poi per grafica e fotoritocco. Se il monitor è impiegato non solo per le attività lavorative, ma anche per l’intrattenimento, la fotografia, la visione di contenuti video, si consiglia di scegliere un buon monitor per la grafica. Un buon monitor si caratterizza non solo per la sua resa in termini di qualità visiva, ma per la sua capacità di permettere una buona postura ergonomica e proteggere gli occhi. Poiché un eventuale sforzo eccessivo che deve essere sostenuto dall’occhio può provocare problemi oculari e disturbi come mal di testa.
Miglior monitor da lavoro: guida all’acquisto
Vediamo qualche modello ora da poter acquistare per il proprio ufficio casalingo.
Samsung C24FR396: è un monitor economico che riesce a offrire funzionalità indispensabili per chi deve lavorare. Il pannello utilizzato è un 24’’ Full HD 1080X1920 pixel con una frequenza di aggiornamento di 60Hz e una luminosità di 250 cd/m2. La struttura non permette molte regolazioni, si può inclinare in avanti o indietro. Si adatta perfettamente al campo visivo dell’occhio umano e ha una modalità di protezione degli occhi. Costo: 119 euro.
Dell P2419H: si tratta di un monitor di fascia bassa che non rinuncia alla qualità per le componenti che utilizza e per la struttura robusta. Si può regolare in tante posizioni, anche in verticale. Possiede anche la protezione degli occhi con filtro anti luce blu. Nonostante abbia un prezzo molto basso, è in grado di fornire anche una buona accuratezza nella riproduzione cromatica nello spazio Srgb. Non ha ahimè gli speaker integrati. Costo: 160 euro.
HP 24F: si tratta di un’alternativa meno ingombrante rispetto alla precedente. Nonostante poi non offra le stesse possibilità di regolazione, il pannello utilizzato è sempre un IPS Full HD da 24’ e ha una struttura molto robusta. E’ elegante e adatto e può essere utilizzato anche tra le mura domestiche. Costo: 159 euro per il modello da 24’’, ma si trova anche nelle varianti da 22 e 27 pollici.
LG 29WK600: utilizza un pannello da 29” con risoluzione 2560×1080 pixel e supporto HDR. Interessanti le funzioni software di LG che, attraverso il programma Onscreen Control, permettono di regolare molte impostazioni senza dover ricorrere all’uso dei pulsanti fisici. Prezzo: 239 euro.
Samsung Space Monitor: molto particolare nel suo genere. L’azienda ha dato vita a questo dispositivo per andare incontro a tutti quelli che hanno necessità di un display ampio, ma che non hanno molto spazio a disposizione e vogliono lasciare libera il più possibile la postazione di lavoro. La base si aggancia alla scrivania e permette di occupare poco spazio e di avvicinare e inclinare il monitor in caso di necessità. Prezzo: 321 euro per il modello più piccolo e 399 euro per quello da 4K da 32”.