Le scarpe antinfortunio non sono soltanto una semplice protezione in più per alcuni tipi di lavoratori, ma in alcuni casi sono dei dispositivi obbligatori, il cui utilizzo è regolato da delle vere e proprie normative e apposite leggi.
In particolar modo, stando al d.lgs. 81/2008, art. 74, che riguarda proprio i dispositivi di protezione, vediamo che l’obbligo di indossare le scarpe antinfortunistiche scatta in tutti i casi in cui è prevedibile che possa verificarsi una lesione ai piedi e in tutte le condizioni riportate nell’allegato VIII di tale decreto.
Tale allegato è infatti relativo proprio alla protezione dei piedi, prevedendo l’uso di tali dispositivi di sicurezza nelle lavorazioni in cui ci sono rischi reali di ustioni, causticazione, punture o schiacciamento. Non solo, queste calzature devono essere anche semplici da sfilare per poter soccorrere eventualmente il più velocemente possibile il lavoratore.
Nello stesso allegato è presente un elenco che chiarisce quali sono, nel particolare, le lavorazioni per le quali si richiede obbligatoriamente l’utilizzo di scarpe antinfortunistiche. Queste sono:
- Lavori di demolizione.
- Lavori su impalcature.
- Lavori di genio civile, stradali e di rustico.
- Lavori su tetto.
- Lavori di smontaggio e montaggio di elementi prefabbricati e in calcestruzzo.
- Lavori in deposito e in cantieri edili.
Una ulteriore protezione, ovvero la suola antiperforazione, è invece obbligatoria nei seguenti lavori:
- Lavori di trasformazione o di manutenzione.
- Lavori in impianti di riscaldamento o di areazione.
- Lavori di montaggio di costruzioni metalliche.
- Lavori presso altiforni, acciaierie, metallurgici, pressatura a caldo e simili.
- Lavori in miniera.
- Lavori in discarica.
- Lavorazione di pietre.
- Lavorazione del vetro.
- Lavorazione della ceramica.
- Lavori di manipolazione di carni surgelate e conserve.
- Lavori di costruzioni navali.
- Lavori di smistamento ferroviario.
Le normative
La prima cosa che c’è da sapere è che le scarpe antinfortunistiche, per essere a norma, devono avere il marchio comunitario CE e il numero della normativa europea che ne regola le caratteristiche. Attualmente ci sono 4 normative che regolano l’utilizzo delle scarpe antinfortunio. Vediamole qui di seguito:
- EN ISO 20344: questa normativa stabilisce quali siano i requisiti che le scarpe antinfortunistiche devono possedere e anche i test per verificarne la conformità. Essa è strettamente e obbligatoriamente collegata alle altre che tengono in conto il livello di rischio specifico di ogni lavorazione, facendo però sempre riferimento a questa normativa.
- EN ISO 20345: in questa normativa sono specificati tutti i requisiti sia di base sia supplementari che devono possedere le scarpe antinfortunistiche nei settori di lavoro specifici. In questa categoria ricadono le scarpe che sono indicate con la lettera S e che sono dotate di puntali resistenti agli urti e alla caduta di pesi di circa 20 kg da un metro di altezza, quindi con un livello di energia di 200 Joule.
- EN ISO 20346: questa normativa regolamenta le scarpe indicate solitamente con la lettera P. ciò vuol dire che queste sono calzature che possono resistere a urti con un livello di energia pari a 100 Joule, ovvero provocati ad esempio da un peso di 20 kg che cade da un metro e mezzo di altezza.
- EN ISO 20347: infine in questa normativa rientrano le calzature indicate con la lettera O, che non prevedono la presenza del puntale.
Tipologie di scarpe antinfortunistiche
Le scarpe antinfortunistica sono dette anche calzature di sicurezza, e infatti vengono indicate dalla lettera S. In realtà, i vari requisiti di queste scarpe sono indicati da una serie di lettere e numeri che permettono a chi deve acquistarle e servirsene di riconoscere subito che tipo di caratteristiche e che livelli di protezione sono garantiti da quel determinato modello.
Avremo quindi:
- Scarpe SB: queste sono la versione base ed assomigliano moltissimo ad una normale scarpa da ginnastica, il che può essere molto positivo per chi vuole mantenere anche una buona estetica oltre a garantirsi un buon livello di sicurezza. Sono infatti dotate di un puntale con resistenza a urti fino a 200 Joule, con una tomaia in pelle crosta o materiali simili. Sono consigliate in ambienti di lavoro asciutti in cui però c’è comunque un rischio di schiacciamento del piede.
- Scarpa S1: ai requisiti delle scarpe precedenti, questi modelli vanno ad aggiungere l’antistaticità (A), l’assorbimento di energia per gli urti nella zona del tallone (E), la stessa zona del tallone chiusa, una suola antiscivolo e la resistenza agli idrocarburi.
Queste scarpe sono consigliate per gli ambienti chiusi in cui c’è maggiore rischio di perforazione del piede, e sono quindi adatte per gli artigiani, gli idraulici e gli elettricisti, per fare qualche esempio. A questa categoria appartengono infatti anche le S1P, ovvero quelle scarpe antinfortunistica dotate di lamina antiperforazione, che vengono utilizzate soprattutto nelle fabbriche.
- Scarpa S2: i requisiti di queste scarpe sono molto simili a quelli delle precedenti, ma c’è da aggiungere anche l’impermeabilità della tomaia. Ciò le rende adatte anche a lavori all’esterno, dove c’è una maggiore umidità oltre al rischio di schiacciamento dei piedi, e quindi sono ideali per i settori dello stoccaggio e dei trasporti.
- Scarpa S3: a queste scarpe che sono comprensive di tutti i requisiti precedenti si aggiunge la lamina antiperforazione (P) e la suola tassellata o scolpita che protegge ulteriormente il piede da schegge o chiodi. Questo le rende adatte a lavori in officina, in cantiere e anche agricoli.
- Scarpa S4: queste scarpe sono anche antistatiche, oltre ad assorbire l’energia nella zona del tallone e ad essere resistenti agli idrocarburi.
- Scarpa S5: siamo praticamente al livello più alto di protezione, con le caratteristiche delle scarpe SB e S4 con in più lamina antiperforazione e suola scolpita o tassellata.
- Scarpe antiscivolo: ulteriori indicazioni delle scarpe antinfortunistiche sono quelle riguardanti l’anticivolo. Queste possono infatti essere indicate con la sigla SRA (resistenza allo scivolamento su ceramica con soluzione detergente), con la sigla SRB (resistenza allo scivolamento su acciaio e glicerina) e con la sigla SRC, che unisce le caratteristiche di SRA e SRB.
Conoscere tutte queste caratteristiche e tutte le normative vigenti riguardo alle scarpe antinfortunio aiuta il lavoratore a proteggersi al meglio e a scegliere il modello più adatto alle sue esigenze, e questo è molto importante. Si deve infatti tenere presente che queste sono scarpe da lavoro, e che quindi oltre ad essere sicure devono essere anche comode e traspiranti, poiché vanno indossate per lungo tempo durante il giorno e per molti giorni consecutivi. È bene quindi essere preparati a riguardo e scegliere con oculatezza il proprio paio.